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intervento di fabbro narciso allo sciopero del 15 novembre a pordenone in piazza xx settembre-001

INTERVENTO DI Gian Mario Petozzi AL COMIZIO DELLA MANIFESTAZIONE DEL 15 NOVEMBRE A PORDENONE

 Amici e compagni, piove governo ladro! Ma qui siamo in tanti ugualmente e quindi dovete sapere che:

  1. La Bain Capital, fondo speculativo che controlla il gruppo Ideal Standard, ha deciso di chiudere lo stabilimento di Orcenico15-11-2013PN(1) e mettere in strada 450 famiglie. Stiamo lottando disperatamente, assieme alle istituzioni e alla politica, per bloccare questo sciagurato tentativo che rappresenterebbe una tragedia, sociale ed economica, per l’intero territorio. Sia chiaro a tutti, in questa battaglia la nostra convinzione è ferma e non arretreremo di un millimetro: il sito di Orcenico non si tocca e deve continuare a produrre ceramica!
  2. Il nostro stabilimento è un immenso contenitore di cultura e di storia industriale ma anche una immensa fucina di professionalità e di competenze. I nostri lavoratori hanno insegnato a produrre ceramica in tutto il mondo e ancora oggi sono chiamati nelle varie realtà produttive del gruppo a prestare la loro opera e la loro esperienza: Trichiana, Roccasecca, Egitto, Turchia, Bulgaria e Cina, sono solo alcuni dei tanti paesi dove i nostri lavoratori hanno prestato e continuano a prestare loro opera, altamente qualificata e specializzata. Senza la Ideal Standard di Orcenico non sarebbero progredite altre realtà della ceramica sanitaria. Per queste ragioni lo stabilimento della Ideal Standard è diventato il simbolo della battaglia convinta di un intero territorio.
  3. Tutti devono sapere che nel nostro stabilimento sono state vergognosamente inscenate le condizioni per facilitare e quindiImmagine giustificare la chiusura del sito di Orcenico ed è così che gli investimenti da 6 milioni previsti nel piano 2009/2012 sono passati a 3 milioni; le cooperative esterne hanno regolarmente continuato la loro attività in azienda, in violazione degli accordi ministeriali che prevedevano l’utilizzo degli esuberi, contribuendo ad aggravare i costi di gestione; lo stabilimento è stato lasciato per mesi abbandonato a se stesso e senza una direzione mentre il protocollo d’ intesa veniva clamorosamente e inspiegabilmente disatteso. In tutto questo i Contratti di Solidarietà, che allo stato italiano sono costati 40 milioni di euro, sommati ai soldi pubblici incassati dalla regione FVG, hanno contribuito a sanare il bilanci del gruppo ideal standard. È uno scandalo erogare soldi pubblici in questo modo senza vincolare l’azienda a precise responsabilità sociali.
  4. Nell’incontro di mercoledì 13 i due emissari della Bain Capital sono stati letteralmente assediati nel palazzo di Confindustria. Il palazzo è stato simbolicamente espugnato dai centinaia di lavoratori: Pordenone ha alzato la testa e questi signori hanno toccato con mano la tenacia, la determinazione e il coraggio della nostra gente abituata a non arrendersi mai. All’amministratore delegato abbiamo dato il benvenuto in quella che ormai definiamo “la terra di Nessuno”. Perché il nostro stabilimento è nella terra di nessuno? Perchè questa non è la terra del ministro Veneto Zanonato che non si è mai interessato di noi, non è la terra dell’ amministratore delegato della Ideal standard troppo intento a difendere lo stabilimento della propria regione. Questa è semplicemente la terra di persone che hanno una dignità, che combatte attraverso i suoi lavoratori i suoi rappresentanti sindacali e le sue istituzioni e che hanno scavato la propria trincea nelle fabbriche. Siamo dei duri, gli uomini e le donne di questa terra non si presteranno ai giochini sporchi di questi signori, ai loro interessi puramente speculativi. A Roma lo devono capire a tutti i costi!!! Ed invitiamo la presidente Serracchiani ad intervenire in tal 15-11-2013PNsenso.
  5. Non possiamo permettere a questi nuovi barbari che sono le multinazionali, di venire nel nostro paese depredarlo e poi andar via impunemente. Non possiamo più permettere a questi fondi speculativi di lasciare dietro di loro solo disperazione miserie e capannoni vuoti.
  6. Non possiamo permettere, ad un manipolo di dirigenti incapaci, come nel nostro caso, DI DISTRUGGERE UN PEZZO FONDAMENTALE DELL’ECONOMIA PROVINCIALE E REGIONALE che storicamente è fatta di lavoro e di sacrificio, di lavoro per noi e per i nostri figli!!