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 O lunedì si firma la cassa in deroga o i lavoratori rischiano di perdere questo beneficio. 
Ma c’è chi si mette di traverso 
Ultima chiamata per l’Ideal Standard
 
di Elena del Giudice 
E’ probabilmente l’ultima chance. O lunedì si firmerà, al ministero del Lavoro, l’accordo per la cassa in deroga, o si rischia che tale opportunità vada perduta. «Al ministero - spiega Franco Rizzo, segretario provinciale della Femca Cisl - ci hanno fatto capire con molta chiarezza che il tempo dei rinvii è finito. Quindi mi auguro, e tutte e tre le organizzazioni sindacali con le Rsu dell’Ideal Standard di Orcenico e i lavoratori si augurano, che lunedì questa intesa venga firmata». A “mettersi di traverso”, come peraltro è già accaduto, potrebbe essere la Regione Veneto, che aveva disertato gli ultimi incontri, e i sindacati di Trichiana, che avevano chiesto di inserire nella bozza di accordo questioni che, con gli ammortizzatori sociali, non hanno nulla a che vedere. L’appuntamento è per le 11 a Roma, dove sono stati convocati l’azienda, le tre organizzazioni sindacali nazionali, Confindustria, con Confindustria Ceramica e Unindustria, e le Regioni interessate. All’incontro potrebbero assistere anche i rappresentanti territoriali di Femca, Filtcem e Uiltec, che non hanno ancora deciso se partecipare o no. Sul tavolo il documento che era già stato redatto il 17 gennaio, quando all’ultimo momento, per l’opposizione di Trichiana, non venne firmato. Prevede la concessione della cassa integrazione in deroga per tre mesi (rinnovabile per altri tre) per tutti i lavoratori del Gruppo Ideal Standard in Italia. La concessione dell’ammortizzatore sociale accorda il tempo necessario per perfezionare la trattativa in corso con il potenziale acquirente dello stabilimento di Orcenico, che è l’ipotesi di “salvataggio” per una parte dei 450 dipendenti della multinazionale in provincia di Pordenone. Non va infatti dimenticato che il piano industriale di Ideal Standard prevede la dismissione o la chiusura dell’unità produttiva di Orcenico, con la messa in mobilità dei lavoratori - procedura ancora pendente sebbene “congelata” - e la concentrazione delle attività produttive a Trichiana, destinataria anche di parte degli impianti presenti in provincia. Questa operazione consentirebbe al gruppo di saturare l’impianto bellunese e adeguare la produzione italiana alla domanda, purtroppo in contrazione, del mercato della ceramica sanitaria. Dopo mesi di battaglie, dopo un blocco che è rimasto attivo a Orcenico fino a una decina di giorni fa, dopo una delicata mediazione, ora siamo arrivati al fatidico momento cruciale. L’azienda ha ribadito i propri impegni nei confronti di Trichiana, garantendo anche la presenza di impianti idonei che potrebbero venire acquistati se quelli di Orcenico seguiranno lo stabilimento, i lavoratori hanno rimosso il blocco, la Regione Fvg ha dato il proprio assenso, gli approfondimenti con il potenziale acquirente vanno avanti... Insomma: le condizioni per l’accordo dovrebbero esserci e la cig in deroga garantirebbe la copertura a tutti i lavoratori del gruppo, questione fondamentale per chi, come gli operai di Zoppola, rischia di non avere più una fonte di reddito.