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Radio Vaticana 04/11/2014
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PER SCARICARE LA DOMANDA
DI AMMISSIONE ALLA
"COOPERATIVA CERAMICHE IDEALSCALA"
CLICCA ==> QUI <== TG2000 del 28 luglio 2014
COMUNICATO UNITARIO
18 luglio 2014: nasce CERAMICHE IDEALSCALA
PETOZZI G.M. Presidente CERAMICHE IDEALSCALA
LETTERA DEI LAVORATORI DI ORCENICO
8 LUGLIO 2014
ANTENNA3 05/07/2014
Comunicato stampa UNINDUSTRIA PN
Tratto da: "ASCA.IT"
''Normalmente le grandi società sono in grado di avere un rapporto misurato con il territorio in cui operano ma qui l'impressione e' stata differente, di modalità adottate ritenendo che questo fosse un Paese debole in cui si sarebbe potuto fare di tutto''. Cosi' il Presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, all'indomani della decisione assunta dalla Territoriale di Confindustria di non rappresentare più Ideal STandard in alcuna sede istituzionale, durante una conferenza stampa alla quale, questa mattina, hanno preso parte anche i vice presidenti Sergio Barel, Marco Camuccio, e Andrea Malacart. ''La comunità degli imprenditori di questa provincia ha altri codici - ha spiegato Agrusti - e sviluppato nel tempo una cultura di relazioni sindacali straordinaria. Intendiamoci: Unindustria assiste le aziende in difficoltà che sono in qualche modo giunte al capolinea ma e' chiaro, direi evidente, che nel momento in cui esistono concrete possibilità di ripresa o rilancio, noi alla morte scegliamo la vita. Preferiamo che le imprese che sono ancora in grado di farlo proseguano perché e' stato il manifatturiero a garantire la cifra industriale a questo territorio''. L'analitica ricostruzione della cronologia che ha ruotato attorno alla vicenda Ideal Standard e' già proiettata al futuro: ''Abbiamo chiesto e ottenuto una riunione al Mise per la prossima settimana - ha informato il Presidente - ragionevolmente mercoledì o giovedì, ci sono obbligazioni che in quella sede sono state assunte e che in quella sede debbono essere verificate. Certo - ha proseguito - trovo imbarazzante che a fronte dell'atteggiamento del Governo, che grazie anche all'interessamento della Regione aveva collocato IS in una short list di cassa in deroga sino a dicembre, eventualità davvero straordinaria che avrebbe garantito molte cose, sia stato raccolto un atteggiamento sprezzante non solo nei confronti di Pordenone e delle sue Istituzioni ma anche di quelle nazionali. Ognuno decide di vivere con l'eleganza che vuole, certo e' che qui discutiamo della vita di 450 persone''. Agrusti, ricordando l'atteggiamento estremamente responsabile delle organizzazioni sindacali, ha confermato che Unindustria, pur non rappresentando più IS, ''non si sottrarrà dall'obbligo civile di contribuire con tutti i soggetti rimasti in campo, affinché si individui una soluzione per il mantenimento dell'attività produttiva''.Volantino RSU Orcenico 08/05/2014
T-Vision 06/05/2014
Moody’s downgrades Ideal Standard’s ratings to Ca
Fitch Downgrades Ideal Standard International SA to ‘C’
19/03/2014 RINNOVATO CCNL
CLICCA -> QUI <- PER VISUALIZZARE IL TESTO COMPLETO2012: un anno da ricordare…
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Obbligazioni I.S. (XS0619611352)
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GRAZIE
Oggi continuare a chiedere ai lavoratori se ci sono domande è come ostinarsi a chiedere a un morto di parlare.
Eh si, questa era la frase che più ricorreva nella recente assemblea che hanno tenuto i rappresentanti sindacali con i lavoratori. Ovviamente fra i lavoratori invece regnava il silenzio. Un significativo silenzio che comunque merita rispetto per chi ha lasciato sul campo dignità è soldi per la sopravvivenza delle famiglie. Rispetto per chi non fa più domande perché attende già troppe risposte. Solo qualche mese fa, suonava la carica dei nostri amministratori della Regione per una politica di salvaguardia della fabbrica e dei posti di lavoro. Oggi da quasi fastidio che i giornali riportino la notizia del fallimento della trattativa per il possibile acquisto della fabbrica di Orcenico. Evidentemente stando ai risultati, lasciare che due interlocutori privati conducano una loro trattativa altrettanto privata, non ha pagato. E’ capibile che si sia trattato di un mero esercizio finanziario fra i due soggetti che questo fanno di mestiere. Non è altrettanto capibile perché chi come la Regione che doveva essere protagonista e co-finanziatore del progetto, si sia limitata a raccogliere notizie qua e là senza ritagliarsi un ruolo predominante nella trattativa. Per mesi l’unico messaggio arrivato ai lavoratori è stato, “dobbiamo proteggere la riservatezza della trattativa”. Giusto proteggere, ma forse nascondere no.
Da qui la riflessione che ancora una volta ci porta a dire che non possiamo continuare a mettere sul piatto di una possibile trattativa, solo ordini statistici che conducono alla mera valutazione del costo pezzo. Cosa possiamo aspettarci, forse che si valuti la fabbrica al pari di uno stabilimento moderno (1960)o forse che si valuti il prodotto che stiamo facendo, come uno dei più avanzati del settore?
Al possibile acquirente dobbiamo poter mostrare professionalità e idee nuove per un prodotto più “fresco” che possono rendere ancora appetibile questo sito produttivo. Da più tempo si esorta la nascita in tal senso, di un comitato tecnico che possa lavorare a fianco delle istituzioni, ma evidentemente tutto ciò fatica a decollare. Nel frattempo gli stessi organi sindacali e le istituzioni si fanno carico un po’ di tutto, compresa la parte tecnica. Non sarà troppo per chi ha già tanti diritti e doveri da amministrare?
E se provassimo a fare con ordine ognuno il proprio mestiere confidando nella competenza di tutti e non di pochi che vogliono tenersi stretti ruoli e segreti. Se ci teniamo veramente a questa fabbrica, facciamo presto, il tempo per ogni possibilità sta per scadere. Alla prossima.
Il vascaiolo
Effettivamente ci sentiamo demoralizzati, ciò non toglie che si possa esprimere la propria opinione dopo il ritiro della famosa cordata di imprenditori e dopo le voci che si sentono su un possibile distacco delle vasche dalla ceramica ovviamente per mettere i lavoratori uno contro l’altro.
Certo il tempo è poco e le ipotesi di giapponesi o altri imprenditori rimangono ipotesi.
E la cooperativa? La vedo dura per una serie di dubbi:
a chi sono imputabili le responsabilità finanziarie?
Esiste un marchio?
Esiste un mercato?
La facciamo gestire a chi ha massacrato lo stabilimento negli ultimi 10 anni con spiccata incompetenza?
Ancora con una struttura elefantiaca di tecnici, supertecnici, ricercatori (chissà se hanno trovato qualcosa…), responsabili, viceresponsabili, vice-vice responsabili e tutto il codazzo di un tipico carrozzone all’italiana dove il conto lo pagano gli ultimi?
…E siamo ancora qui ad auspicare l’instaurazione di un comitato tecnico magari con i famosi supertecnici, ci manca solo il polit-buro con i suoi piani quinquennali e siamo serviti!
Riflettiamo….
Giancarlo, è apprezzabile il tuo ragionamento, ma attenzione non è più tempo solo per far domande, bisogna far presto a dare anche qualche risposta. Andando con ordine possiamo dire:
-Il voler mantenere il Wellness ad Orcenico non può che essere un’opportunità per far mantenere il posto di lavoro a un cinquantina di lavoratori, non un privilegio ma un diritto. Non c’è motivo per cui queste persone debbano per forza essere trascinate verso il destino di altre.
-L’acquisizione di un gruppo giapponese è evidente che non riguarda lo stabilimento di Orcenico semmai riguarda il gruppo Ideal Standard senza il nostro stabilimento. E’ lecito illudersi, ma per favore concentriamoci su ipotesi più vicine a noi.
-Esistono parecchi modi per costituire una società cooperativa, ove si individuano quote partecipative, limiti di responsabilità. E’ ovvio che gli ideatori di questa ipotesi dovranno spiegare anzitempo chi e come intendono coinvolgere. Buttare là ipotesi senza dar seguito ad un minimo di spiegazione, può creare solo confusione.
-La presenza o meno di un marchio noto, effettivamente può essere una discriminante che ha la sua importanza per i mercati più comuni a cui ci stiamo rivolgendo attualmente.
Per nostra fortuna però esistono dei mercati emergenti che lavorano su grandi commissioni (Contract) che si concordano a livello governativo su cui la politica può far “miracoli” per drenare ordini verso una nuova anonima fabbrica di Orcenico.
-E’ chiaro che dopo una auspicata ripartenza si dovranno reimpostare le basi per la produzione di prodotti più completi che seguono le nuove tecniche di costruzione e siano in grado di far tendenza sui nuovi gusti del Design. Una strada dura ma percorribile.
-Per qualsiasi azienda che possiamo pensare organizzata ed efficiente, dobbiamo rassegnarci all’idea che non basterà la buona volontà e il sacrificio del lavoro più manuale degli operai di linea, ma serviranno anche i contributi di mansioni prettamente tecniche di sviluppo, produzione, promozione,vendita e amministrazione. La buona convivenza di tutti questi elementi può generare la qualità del risultato dell’azienda che verrà. L’astio e il disgusto attuale non deve compromettere la nostra volontà alla collaborazione.
-La precisa volontà di creare un comitato tecnico non nasce dall’idea di un ulteriore affermazione della posizione aziendale che poche o tante persone attualmente rivestono, ma è un tentativo estremo per far pesare idee su nuovi prodotti, nuove ipotesi produttive nelle trattative presenti e future.
Giancarlo, spero che questo nostro tentativo di interloquire possa essere utile anche tutti coloro che ci leggono e che stanno effettivamente facendo qualcosa di tangibile per la causa in corso. Grazie. Alla prossima.
Il Vascaiolo
Di sicuro morto io non sono,certo è che ” Fidarsi e bene ,non fidarsi è meglio “.
Forza non mollare,forse domani sarà “NU JORNO BUONO “