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COMUNICATO UNITARIO
18 luglio 2014: nasce CERAMICHE IDEALSCALA
PETOZZI G.M. Presidente CERAMICHE IDEALSCALA
LETTERA DEI LAVORATORI DI ORCENICO
8 LUGLIO 2014
ANTENNA3 05/07/2014
Comunicato stampa UNINDUSTRIA PN
Tratto da: "ASCA.IT"
''Normalmente le grandi società sono in grado di avere un rapporto misurato con il territorio in cui operano ma qui l'impressione e' stata differente, di modalità adottate ritenendo che questo fosse un Paese debole in cui si sarebbe potuto fare di tutto''. Cosi' il Presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, all'indomani della decisione assunta dalla Territoriale di Confindustria di non rappresentare più Ideal STandard in alcuna sede istituzionale, durante una conferenza stampa alla quale, questa mattina, hanno preso parte anche i vice presidenti Sergio Barel, Marco Camuccio, e Andrea Malacart. ''La comunità degli imprenditori di questa provincia ha altri codici - ha spiegato Agrusti - e sviluppato nel tempo una cultura di relazioni sindacali straordinaria. Intendiamoci: Unindustria assiste le aziende in difficoltà che sono in qualche modo giunte al capolinea ma e' chiaro, direi evidente, che nel momento in cui esistono concrete possibilità di ripresa o rilancio, noi alla morte scegliamo la vita. Preferiamo che le imprese che sono ancora in grado di farlo proseguano perché e' stato il manifatturiero a garantire la cifra industriale a questo territorio''. L'analitica ricostruzione della cronologia che ha ruotato attorno alla vicenda Ideal Standard e' già proiettata al futuro: ''Abbiamo chiesto e ottenuto una riunione al Mise per la prossima settimana - ha informato il Presidente - ragionevolmente mercoledì o giovedì, ci sono obbligazioni che in quella sede sono state assunte e che in quella sede debbono essere verificate. Certo - ha proseguito - trovo imbarazzante che a fronte dell'atteggiamento del Governo, che grazie anche all'interessamento della Regione aveva collocato IS in una short list di cassa in deroga sino a dicembre, eventualità davvero straordinaria che avrebbe garantito molte cose, sia stato raccolto un atteggiamento sprezzante non solo nei confronti di Pordenone e delle sue Istituzioni ma anche di quelle nazionali. Ognuno decide di vivere con l'eleganza che vuole, certo e' che qui discutiamo della vita di 450 persone''. Agrusti, ricordando l'atteggiamento estremamente responsabile delle organizzazioni sindacali, ha confermato che Unindustria, pur non rappresentando più IS, ''non si sottrarrà dall'obbligo civile di contribuire con tutti i soggetti rimasti in campo, affinché si individui una soluzione per il mantenimento dell'attività produttiva''.Volantino RSU Orcenico 08/05/2014
T-Vision 06/05/2014
Moody’s downgrades Ideal Standard’s ratings to Ca
Fitch Downgrades Ideal Standard International SA to ‘C’
19/03/2014 RINNOVATO CCNL
CLICCA -> QUI <- PER VISUALIZZARE IL TESTO COMPLETO2012: un anno da ricordare…
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Obbligazioni I.S. (XS0619611352)
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E se fosse ora di riordinare uomini e idee?
Sino a qualche giorno prima di Natale il punto di forza di Orcenico era un gruppo unito che lottava con tutte le istituzioni nel nome del sacrosanto diritto al lavoro. Tante erano le buone prospettive, uno, due, forse tre i possibili compratori, la firma della cassa in deroga doveva essere solo una formalità appena fosse passata la finanziaria. Forse l’unica brutta notizia pre-natalizia l’hanno ricevuta un cospicuo numero di lavoratori dell’ Ideal Standard Holding che si sono visti recapitare la missiva che comunicava loro lo stato di messa in Cassa integrazione a Zero ore. Un evento che nel cotesto prefestivo è stato timidamente accennato dandone poca importanza.
E’ bastato lasciar passare qualche settimana per ripiombare comunque tutti nell’oblio. La formalità della firma della Cassa Integrazione in Deroga non è più cosa scontata. C’è una parte del sindacato che ha bisogno di riflettere sulle garanzie che accompagnano gli accordi per i diversi stabilimenti. C’è una parte del sindacato che in attesa di eventi mantiene il blocco in uscita delle merci comprese quelle in uscita dal Wellness (unico reparto che non ha mai smesso di lavorare) procurando un rapido trasferimento delle attività verso stabilimenti esterni che ha come unico risultato la perdita a breve di 70 posti di lavoro. C’è l’azienda che in attesa di prendere le decisioni vere, prende tempo, male che vada sfrutta le ferie maturate e da maturare degli operai. Sa pure di poter contare su qualche sciopero che prima piuttosto che poi sarà piazzato.
Difficile dire chi potrà far peggio nelle prossime ore se non si cerca di ricondurre ogni gruppo al proprio interesse. Allo stato dell’arte non possiamo pretendere che l’Azienda ritiri un piano di dismissione già deciso e in gran parte maturato. E’ come dire che il gruppo dirigente ha lavorato per sei anni senza portare a termine la loro missione. Mi sembra abbastanza improbabile per gente che è abituata a vincere qualsiasi sfida finanziaria muovendosi dall’esterno senza vincoli di scrupolo per il territorio. Non possiamo nemmeno immaginare che la gente che lavora a Trichiana sia felice di condividere con noi il male che hanno deciso di infliggerci. Fin che potranno, cercheranno in tutti i modi di tenersi lontano da questo sacrificio. Noi dobbiamo prendere coscienza della nostra situazione senza disperazione e lavorare a carte scoperte soprattutto con le istituzioni e le persone di buona volontà che si sono offerte di aiutarci. Per contro non possiamo continuare ad aspettare passivamente la bella notizia che non arriverà mai o continuare a sperare in colui che ci salverà a prescindere. E’ necessario un confronto quotidiano su idee e intenzioni. Per fare questo propongo di istituire un gruppo più esteso di persone rispetto al Consiglio di Fabbrica, che possa contribuire attivamente a creare da subito le condizioni tecniche di una eventuale ripartenza con una nuova proprietà. Non posso credere che tanta esperienza accumulata in anni finisca nel nulla. Tiriamo fuori quello che si poteva fare ma che non abbiamo fatto o non ci hanno permesso fare. Abbiamo sufficiente esperienza e cultura per rinnovare l’offerta del bagno.
Chi sta valutando l’affare Orcenico deve sapere di più di noi e delle nostre competenze. In ballo non ci sono solo un gran capannone e dei robot da comprare ma un patrimonio nascosto da amministrare che nessuno potrà mai portarci via.
Chi invece ci avrà lasciato dovrà vedersela con noi sul mercato.
E sfida sia!!!!!!!
Ogni incontro è sempre l’ultimo improrogabile, ma poi c’è sempre tempo per un’altro incontro. Come volevasi dimostrare si è spostato tutto, fino alla chiusura. Bolzonello dice che il sindacato non ha firmato senza garanzie sul fato che gli impianti restino a Orcenico, (bene a mio avviso) però dopo dice che capannoni vuoti c’è ne sono tanti e chi compra deve avere il contenuto e non il contenitore. Allora quale è la verità? Perchè non si raggiunge un’accordo. Di chi è la colpa del sindacato o della politica. E poi ricordiamoci che dopo la cassa per Orcenico c’è la chiusura e se ci sarà vendita sarà solo per 200 persone. Sindacato toc toc si può sapere di più?