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Si svolto oggi (07/06/2013) a Bologna il Coordinamento nazionale Ideal Standard.
Vorremmo fosse chiaro a tutti che la provincia di Pordenone è attraversata da una grave emergenza che si chiama LAVORO, che mette a rischio la stessa coesione sociale e dove la Ideal Standard, a causa anche delle dimensioni, è solo la punta più avanzata di una crisi che non conosce precedenti.
C’è bisogno, quindi, che tutti i soggetti che rivestono ruoli di responsabilità, siano attenti all’ascolto e predisposti al confronto; siano consapevoli della necessità di lavorare in sinergia per garantire una forte coesione; siano disponibili a elaborare strategie definite per difendere gli interessi dei lavoratori e del territorio.
Il caso Ideal Standard ha contribuito a consolidare questa pratica che si è estrinsecata in una azione compatta nella strategia. Ciò ha garantito la presenza di una rappresentanza qualificata su tutti i tavoli negoziali, in particolare al Mise, assicurando continuità produttiva e mantenimento dei 500 posti di lavoro.
Questa modalità operativa riteniamo vada mantenuta e possibilmente rafforzata. Va quindi perseguita la strada di un efficace sistema relazionale che tenga conto del riconoscimento e del rispetto dei ruoli di ciascuno, evitando di scadere in inutili provocazioni che poco si addicono allo stile di una istituzione.
Un sistema fatto di reciproci affidamenti non può essere sostituito da una semplice telefonata, per quanto utile, fatta al sindacato di categoria Filctem, Femca e Uiltec. Una istituzione importante come la regione, quando formalmente interpellata, come nel caso della Ideal Standard, interviene, non informalmente e per interposta persona, ma in modo diretto esprimendo tutta l’attenzione e la vicinanza nei confronti di chi rischia il posto di lavoro.
La vicenda Ideal Standard è troppo complessa e va compresa in tutte le sue molteplici implicazioni sul piano produttivo e finanziario. Rischia di essere poco efficace presentarsi al Mise senza aver prima concordato e condiviso con tutte le articolazioni espressioni del territorio, la corretta posizione da assumere.
La regione dovrebbe avere, com’è sempre successo nel passato, un compito di regia e di indirizzo che ci auguriamo voglia recuperare velocemente. I tempi della crisi obbliga tutti a valutazioni veloci dentro ritmi serrati.
Dal canto nostro consideriamo quanto accaduto un semplice incidente di percorso.
Pordenone 5 giugno 2013
Filctem-Cgil Femca-Cisl Uiltec-Uil
I lavoratori di Ideal Standard possono stare tranquilli rispetto l’attenzione che la Regione Friuli Venezia Giulia, nelle persone della Presidente Debora Serracchiani e del sottoscritto Vicepresidente, avrà nei loro confronti.
A testimonianza di questo, c’è la telefonata fatta dal mio caposegreteria, mezz’ora dopo aver ricevuto la richiesta di partecipare all’incontro di Roma presso il Mise, al signor Giuseppe Pascale, telefonata con la quale si comunicava la mia sicura presenza a Roma e si rimaneva in attesa d’informazioni relative all’incontro.
Mi auguro che sterili polemiche non ci facciano perdere di vista l’unico vero obiettivo che è quello della salvaguardia dei posti di lavoro.
Sergio Bolzonello
Vicepresidente Regione FVG
Ora: martedì giugno 4, 2013 at 2:07 pm
Indirizzo IP: 193.43.176.11
Charleville-Mezieres (Tribunal de grande instance). Sei ore di audizioni, 124 licenzati dall’ideal standard , un avvocato mediatico (Philippe Brun), una società leggendaria (Porcher), i danni potrebbero ammontare a decine di milioni: questo processo fiume resterà nella memoria.
Venerdì mattina, sotto una leggera pioggia, sono più di un centinaio di Revinois e più ampiamente d’Ardenne a fare i cento passi sul pavimento bagnato del Palazzo di Giustizia a Mézières. La sala del consiglio del tribunale di Charleville non è abbastanza grande per ospitare tutti, il processo tanto atteso ha luogo nel TGI nell’ambito di quello che viene chiamato un “tribunale mobile”.
ore 8.40. Tutti gli occhi sono puntati sulla strada. Mr. Brun arriva, preceduto dalla sua scopa sale e pepe. Il famoso avvocato, fin dal suo primo processo, 20 anni fa, a Reims, contro il gruppo Vuitton, ha fatto della difesa dei lavoratori una specialità , chiede rinforzi. La prova della portata del processo, è che ci vogliono quattro persone per portare tutti i documenti.
Passato il portico di sicurezza , tutti si sistemano in aula. Il processo inizia. Durerà fino alle 15.30. Dei 148 dipendenti licenziati il 22 Aprile 2011, quando Ideal Standard chiuse la Porcher, 124 hanno deciso di combattere in tribunale.
“Di questi, solo 22 hanno trovato un lavoro fisso e tre hanno aperto un’attività -dice Philippe Brun-. La loro età media al momento del licenziamento era di 49 anni e la loro anzianità media era di 24 anni.” Davanti al Tribunale i suoi argomenti, ascoltati quasi religiosamente, si propongono di far riconoscere due reati: primo licenziamento senza giusta causa, in secondo luogo “l’ansia danni” legata all’amianto. Continua a leggere

























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